Resine acriliche autopolimerizzabili
Le resine acriliche autopolimerizzabili sono anche dette resine a freddo o chemiopolimerizzabili. Sono resine che polimerizzano senza essere sottoposte a fonti di calore ma si ottengono mediante l’azione di composti chimici.
In che forma e stato esse vengono fornite?
Queste resine possono essere fornite in due modi:
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Polvere (prodotto parzialmente polimerizzato): contiene gli stessi costituenti delle resine termoplimerizzabili.
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Liquido (monomero): in questo stato la resina contiene un promotore, la dimetil-paratoluidina ovvero un’ammina terziaria, che permette di attivare la reazione di polimerizzazione senza che sia sottoposto calore. Inoltre contiene metilmetacrilato, inibitori e plastificanti.
Di seguito invece, vengono elencate le proprietà di queste resine:
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Durezza: leggermente inferiore a quella delle resine termopolimerizzabili.
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Resistenza: sia quella alla trazione, alla compressione e alla sollecitazione di fatica risultano inferiori alle resine termopolimerizzabili.
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Solubilità e assorbimento in acqua: queste proprietà risultano identiche alle altre resine termopolimerizzabili.
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Variazioni di volume durante l’indurimento: questi materiali presentano una concentrazione volumetrica minore delle resine termopolimerizzabili creando delle porosità inferiori.
Le resine a freddo sono utilizzate:
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per la costruzione di porta impronte individuali, essi permettono la presa di impronte utilizzando uno spessore uniforme del materiale e riducendo al minimo le deformazioni dell’impronta. I portaimpronta vengono costruiti direttamente sul modello preliminare imponendo tra questo e la resina uno o due fogli di cera, con lo scopo di creare lo spazio necessario con il materiale da impronta.
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la riparazioni di protesi mobili, in questo caso le resine a freddo sono preferite perchè evitano di sottoporre la protesi a un ciclo termico dannoso.
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Modellazione degli elementi protesici.
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Realizzazione delle selle di scheletrati