Da quando è stato introdotto il titanio come elemento per gli impianti dentali si sono ridotte a zero le situazioni di rigetto e il merito è del Dottor Branemark che ha scoperto le caratteristiche osteointegrative e biocompatibili del materiale.
Chi deve impiantare un dente o più denti ha sempre una certa preoccupazione ad effettuare l’intervento. L’implantologia dentale più comunemente diffusa in Italia prevede un intervento in due riprese, un primo che serve a mettere il pilastro, ovvero la vite nell’osso e un secondo indispensabile per aggiungere la protesi, ovvero il dente finto.
E’ chiaro che i pazienti preferirebbero fare tutto in un’unica seduta, non solo per avere una preoccupazione in meno, ma anche per risolvere più in fretta i problemi di estetica. Si sa che le tecniche usate, quelle appena descritte che prevedono l’operazione in due tempi, hanno una durata molto lunga, poiché dalla prima fase (quella dell’istallazione del pilastro in titanio) alla seconda (aggiunta della protesi) passano dai quattro ai sei mesi. Questa tecnica, nata dalla scuola italiana, è denominata “implantologia a carico differito”.
Dalla scuola svedese arriva invece l’ “implantologia a carico immediato” che consiste nell’inserire la protesi subito dopo aver messo i perni in titanio.
Non esiste una tecnica migliore dell’altra, ma differenti modi di intendere la cosa, cioè due differenti linee di pensiero: gli italiani sono convinti che l’intervento in due fasi permetterà una migliore integrazione tra perno ed osso, mentre gli svedesi sostengono che l’implantologia a carico immediato agevola i pazienti, sottoponendoli a meno stress ed aiuta psicologicamente coloro che sono completamente edentuli.
Noi di Dentiblog.net appoggiamo la linea italiana e vi ricordiamo che se soffrite di bruxismo è sconsigliato optare per l’implantologia a carico immediato.