Il tartaro è uno dei principali nemici dei nostri denti. Si tratta di un deposito di minerali attaccati ai denti dall’antiestetico colore giallognolo. Come sempre è una corretta igiene orale a rallentare la formazione del tartaro e a rimandare l’intervento del dentista per la sua rimozione.
Il tartaro, infatti, è un agglomerato molto resistente, che non può essere eliminato dalla superficie dei denti se non con l’intervento del dentista. Ed ecco cosa può avvenire quando ci sottoponiamo a una seduta di igiene orale, nel caso in cui ci venga detto che è giunta l’ora di rimuovere il tartaro. Il dentista, per procedere con il detartraggio, ha due opzioni: utilizzare il metodo manuale o affidarsi agli ultrasuoni. Nel primo caso il medico utilizzerà degli strumenti specifici che gli permettono di staccare i frammenti di tartaro dall’area di contatto con le gengive. Nella seconda ipotesi, invece, gli strumenti ad ultrasuoni vengono passati sui denti. L’operazione non è dolorosa (si può provare un po’ di fastidio, in particolar modo se le gengive sono già infiammate) e dura circa 30 minuti.
In entrambi i casi si procederà poi alla levigazione, da eseguire con una coppetta o con dei pallini in gomma, e alla lucidatura dei denti.