Applicazione delle resine estetiche
Per motivi estetici le superfici vestibolari e occlusali delle corone veneer e dei ponti in lega possono essere ricoperte con resine al fine di ottenere il colore naturale dei denti.
Sappiamo però che il colore dei denti di ognuno di noi varia moltissimo. Come è possibile allora riprodurre per ogni paziente un colore che si adatti a quello originario?
In commercio le resine per ponti e corone sono fornite in un’ampia gamma di colorazioni. Inoltre per ogni colorazione disponibile vengono fornite resine per neutralizzare il colore grigio del metallo (resine opache), il terzo cervicale (colletti), il terzo medio (dentine) e il terzo incisale (smalti). Secondo la modalità di utilizzo le resine per ponti e corone possono essere suddivise in:
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resine per la formatura mediante compressione: visto che tutte le resine manifestano nei confronti dei metalli una scarsa adesione per assicurare l’unione è necessario creare una ritenzione meccanica nella struttura metallica, come mostra la figura.
Le resine impiegate a tale scopo sono le resine acriliche e vinil-acriliche. Il procedimento prevede la modellazione in cera, sulla struttura metallica, delle parti realizzare in resina. Per la creazione dello stampo le modalità sono le stesse di quelle utilizzate per le protesi mobili in resina. L’opaco viene applicato sulla struttura di metallo prima di eseguire le modellazioni in cera. La prima massa che è applicata sullo stampo è la dentina, con la quale viene realizzato il corpo del dente. Dopo aver interposto un foglio di poliestere tra le due parti della muffola si esegue la pressatura. Una volta eseguito un ciclo di polimerizzazione e aperta la muffola si asportano delle masse superficiali da sostituire con il colletto nel terzo cervicale, e con lo smalto nel terzo cervicale. Infine si esegue un ulteriore ciclo completo di polimerizzazione e a muffola fredda si recupera la protesi, si rifinisce e si lucida.
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resine per la modellazione diretta sulla struttura metallica: queste resine consentono un notevole risparmio di tempo è un risultato migliore. Si evita, infatti, sia la modellazione in cera delle parti che l’utilizzo della muffola. Le resine utilizzate per questo tipo di modellazione possono essere sia termopolimerizzabili che fotopolimerizzabili. Le prime sono polimerizzate o con un bagno di acqua oppure tramite glicerina, con delle particolari attrezzature utilizzate a diverse temperature e sottoposte a pressioni distinte. Le resine possono essere disponibili sotto forma di polvere e liquido da miscelare, o pronte all’uso disposte su delle siringhe. La resina va sulla struttura metallica ed è disponibile con varie sfumature di colore. Le fasi di lavorazione sono semplici e rapide:
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si applica l’opaco con l’ausilio di alcuni spazzolini
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si applicano le varie masse stratificandole
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si esegue la polimerizzazione
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si rifinisce e si lucida
Le resine realizzate con questo procedimento presentano una forte resistenza all’usura e un aspetto estetico superiore. Sotto è riportata una protesi in lega resina realizzata con il metodo della modellazione diretta appena descritto.
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