Materiali metallici per modelli
Fino ad adesso abbiamo preso in considerazione materiali non metallici per lo sviluppo delle impronte. Ma è possibile a tale scopo utilizzare dei metalli?
I materiali metallici più utilizzati in campo odontotecnico sono il rame, l’argento e le leghe che hanno un basso punto di fusione. Tutti questi metalli sono depositati sull’impronta con un metodo elettrolitico detto galvanoplastica. L’elettrodeposizione consente di depositare uno strato più o meno spesso ma uniforme di metallo fuso sull’impronta. Su questo strato viene successivamente depositato il gesso. Il modello finale che si ottiene sarà formato da una parte interna di gesso e una esterna di metallo, in questo modo è stata conferita al modello una durezza e resistenza all’usura notevole. I materiali da impronta però a causa della loro incompatibilità con le soluzioni elettrolitiche devono essere trattati in maniera differente. Per esempio gli idrocolloidi per la loro capacità di assorbire acqua non possono stare a contatto con soluzioni elettrolitiche quindi è necessario che prima essi vengono resi dei conduttori applicando su di essi uno strato di grafite o una sospensione di argento o rame.
La galvanoplastica con rame si esegue con gomme siliconiche o paste termoplastiche basta che esse siano privi di polisolfuri. L’impronta deve essere perfettamente pulita e priva di tracce di saliva o altri materiali lubrificanti che sono stati utilizzati durante il rilevamento dell’impronta. La parte metallica del porta impronte deve essere isolata con della cera. L’impronta viene depositata nel catodo e rivolta verso l’anodo. Nella soluzione elettrolitica deve essere presente del solfato di rame. Una volta avvenuto il passaggio di corrente gli ioni Cu++ si depositano sull’impronta. Ottenuto il deposito metallico desiderato l’impronta viene lavorata con acqua corrente e gli viene colato sopra del gesso.
La galvanoplastica con argento consente di avere risultati migliori che con rame. Si possono utilizzare anche impronte in gomma siliconata ma non impronte in pasta termoplastica.
Le leghe a basso punto di fusione come il bismuto, lo stagno e il piombo presentano una temperatura di fusione inferiore a quella dei metalli. Esse sono impiegate per colare impronte di rimontaggio o in elastomero.